La tecnologia non chiede mai permesso
Leonardo Pisano, detto il Fibonacci, nacque a Pisa nel 1170. E’ conosciuto per la Sequenza di Fibonacci, (che rappresenta geometricamente la sezione aurea), una successione ricorsiva di numeri interi positivi in cui ciascun numero è la somma dei due precedenti.
Suo padre, un ricco mercante, lo introdusse presto allo studio della contabilità per avviarlo al commercio. Viaggiò e soggiornò con in Algeria, Egitto, Siria, Sicilia e Grecia, conoscendo maestri che lo introdussero alla matematica araba. Morì a Pisa nel 1242.
Nel 1202 Fibonacci pubblicò il libro intitolato Liber Abaci, in cui introdusse le nove cifre da lui definite “indiane”. Queste cifre erano quelle usate dagli Arabi e lui le apprese durante i suoi viaggi. Nel libro presentò inoltre criteri di divisibilità, regole di calcolo e quesiti matematici che gli erano stati posti dagli intellettuali del tempo.
Liber abaci descrive le nuove cifre indiane, unitamente al segno zero, che in arabo veniva chiamato zephirum. Tratta la teoria dei numeri e la contabilità commerciale, oltre alla successione ricorsiva che lo rese famoso.
Nel Medioevo il mondo occidentale usava i numeri romani. Il nuovo sistema introdotto da Fibonacci stentò molto ad essere accettato, soprattutto a causa dell’introduzione della cifra zero; si riteneva infatti che lo zero portasse confusione. La “tecnologia” dei numeri arabi alla fine si affermo’, nonostante le opposizioni al cambiamento, Fibonacci visse un contesto molto simile a quello dell’avvento della digitalizzazione che stiamo vivendo oggi, chi non adotto’ la nuova tecnologia usci’ di scena.
La tecnologia non chiede mai permesso.